L’AIF – Accademia Italiana della Forza nasce essenzialmente per una esigenza interiore dei propri docenti. Quasi un impulso volontario e obbligato, una forza di attrazione gravitazionale.
La ricerca e la conoscenza sull’allenamento della forza coi sovraccarichi è davvero in una situazione critica e unica a livello mondiale.
Innanzi tutto esiste una distanza assurda e incolmabile tra realtà reale e realtà accademica. Digressioni e analisi che si perdono in sofismi senza significato popolano le nostre facoltà di Scienze Motorie dove non esistono o sono molto rari Docenti con competenze nel campo dei sovraccarichi. La metodologia si limita spesso a tesi balzane tipo: la forza va allenata con carichi superiori al 90% a cedimento per reclutare tutte le unità motorie. Quando sappiamo nella pratica che alcune delle menti più illuminate nello sport della forza sono arrivate (vincendo medaglie su medaglie) alla conclusione quasi diametralmente opposta.
Sempre da un punto di vista della metodologia, gli autori che si propongo e si leggono sono molto lontani da quelli che sarebbero interessanti da analizzare. Mi chiedo se a Coverciano, nella scuola calcio della FIGC, si studino tattiche e metodologie di allenatori di squadre interregionali oppure se le analisi siano spostate sui grandi maestri del calcio moderno. Ecco, nel mondo dei sovraccarichi si studiano autori che non hanno avuto il minimo successo agonistico e che non sono presi in considerazione da nessun tecnico di caratura mondiale se non per il fatto di essere parte di qualche associazione americana. Credetemi: nessun Alexander Ni, Chen Wen Bin, Devid Rigert ha mai preso minimamente in considerazione le ricerche di Kraemer sulla periodizzazione, semplicemente perché è materiale elementare, ricco di imprecisioni. Non perché Kraemer sia un incompetente (non di merito, di fatto forse si…) quanto piuttosto perché Kraemer, o chi per lui, non ha nessun rapporto con lo sport agonistico della forza. Se alleni ragazzotti del college non hai nessuna possibilità di confrontarti e di avere una visione completa dell’allenamento della forza. E la cosa si vede. Problematiche come: incastro, ottimizzazione dell’attivazione, stress sistemico, necessità di tecnicità, sono temi che mai gli si presenteranno davanti, per il troppo basso livello medio.
Quanti Tecnici oggi, grazie al dilagare del functional training o del Crossfit, sanno cos’è uno slancio? Moltissimi.
Dall’altro canto, questa “subcultura” dell’allenamento della forza, ha portato in campo un transatlantico di disinformazione.
Un grande problema alla base di tutto, com’è stato notato negli anni appena trascorsi anche dal notissimo personal trainer e autore di libri Pavel Tsatsouline, è che il bodybuilding ha falsato i parametri: si è completamente smarrita per strada una logica dell’allenamento del sistema in favore di un allenamento “muscolocentrico”.
Si possono molto facilmente vedere atleti che durante le fasi di preparazione finalizzata al proprio sport, allenano il lunedì “petto e bicipiti” e il mercoledì “gambe e spalle”, solamente perché si è sempre “fatto così”. Perché, sostanzialmente, in molti campi agonistici in Italia chi insegna a fare i pesi è chi ha fatto pesi.
Riflettiamo su questo concetto: chi ha fatto pesi in Italia? Quelli che hanno fatto un po’ di palestra, dal bodybuilding al semplice fitness…
Per questo nelle sale pesi abbiamo esportato un metodo arcaico e assolutamente superato vecchio di 40 anni, anzi, già superato a metà degli anni sessanta.
In più, ad aggravare la situazione, c’è il fatto che il primo riferimento per chi si informa è ancora il background americano (non le loro scuole), dove sempre logiche di mercato, errori metodologici, abbondanza di sport che non hanno antidoping sistematico e scarsissimi risultati in ambito agonistico la fanno da padrone. Le Nazioni occidentali più forti nel mondo della pesistica e del powerlifting sono la Norvegia e la Francia, comunque lontane da una vetta padroneggiata in maniera ben salda da Cina, Kazakhstan, Russia, Ucraina (in particolare nel powerlifting), Iran, Corea e altre piccole Nazioni mediorientali.
I risultati parlano molto chiaramente, e non a favore della linea di condotta che lo strength trainer medio sta seguendo.
Ogni sport è arrivato alla conclusione che l’allenamento debba seguire il cosiddetto “Metodo Distribuito”, debba cioè seguire una logica di distribuzione dei sovraccarichi nel microciclo, non in base al muscolo ma al volume e allo stressor (intensità) del carico “spalmato” in varie sedute.
AIF E IL METODO DISTRIBUITO

Boris SHEYKO durante la sua visita in Italia: in foto con il Tecnico Ado Gruzza, in esclusiva per l’AIF – Accademia Italiana della Forza
La nostra filosofia di lavoro: la concentrazione dell’allenamento è spostata dal muscolo al sistema. L’attenzione è spostata dalla serie alla singola ripetizione. L’idea fondante è massimizzare il reclutamento ed insegnare al corpo ad essere una macchina che produce alti livelli energetici di picco.
Vi stupireste di quanto si commettano errori da principianti anche da parte chi allena atleti di ogni sport d’élite. Questo sito è nato dal desiderio che le cose in questo senso cambino, che gli atleti e i preparatori intelligenti abbiano la possibilità di approcciarsi alle migliori informazioni possibili nel campo della scienza dei sovraccarichi.
Anche ad altissimi livelli si vedono preparatori proporre ai loro atleti metodi che, più o meno camuffati con l’ultima moda del momento, sono null’altro che figli delle vecchie logiche del bodybuilding.
Non si allena a sfinimento un muscolo massimizzandone lattato e isolamento; non si attendono lunghi giorni perché il “muscolo target” recuperi, prima di sottoporlo ad un nuovo stimolo allenante. Noi crediamo che questa logica abbia invaso il mondo dei sovraccarichi solo a causa di un cattivo influsso del bodybuilding: crediamo e possiamo ampiamente dimostrare come questa logica sia antiquata e non permetta di massimizzare la performance di forza e come, al contrario, spesso sia controproducente.
In alcuni sport di combattimento, ad esempio, sono favoriti gli atleti che non usano i sovraccarichi: usati, chiaramente, come da “uso corrente” oggigiorno, perché reputati controproducenti. Troppo acido lattico disconnesso dalle reali necessità specifiche dello sport, troppa poca dedizione al miglioramento del reclutamento delle unità motorie.
Cos’è la forza se non la capacità di produrre la massima energia nel minor tempo possibile, il più a lungo possibile?
Allo stesso tempo dobbiamo sottolineare come usare le alzate olimpiche come mezzo secondario per sviluppare forza e potenza sia un’utopia ingenua. Per imparare una tecnica ottimale in questi sollevamenti (perché senza tecnica ottimale le alzate olimpiche sono utili come studiare per un esame 2 minuti prima d’essere interrogati!) occorrono ANNI E ANNI di lavoro specifico, con un tecnico più che capace: allenamento mirato e votato solo a quelli. Volete prendere potenza da uno strappo? Fateci 120 chili. Se sollevate briciole le alzate olimpiche non servono a nulla.
Mentre crediamo che il futuro sia applicare le logiche delle alzate olimpiche alle alzate del powerlifting: cercare la tecnica perfetta, cercare la velocità, cercare la capacità di produrre il picco di potenza in certi angoli articolari. I risultati ci stanno largamente dando ragione. La storia di come si usano i sovraccarichi in Italia sta cambiando: cerchiamo di prendere la nostra parte in questo piccolo grande rinnovamento culturale.
Arnaldo “Ado” Gruzza
Sul Metodo Distribuito e le altre metodiche relative all’allenamento della forza leggi gli articoli del coach Ado Gruzza pubblicati su questo portale: CLICCA QUI
Infoline su seminari, corsi, workshop, live coaching e training camp: segreteria@accademiaitalianaforza.it
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“Il Metodo Distribuito: il futuro dell’allenamento della forza e dell’ipertrofia funzionale” di Arnaldo “Ado” Gruzza
Edizioni Pure Power
Dalla prefazione del libro:
“Il maestro Chen Jin Kai, fondatore della scuola cinese di pesistica, parafrasò tutta la loro metodologia attraverso la parabola delle quattro mura. L’allenamento della forza deve essere strutturato come un solido edificio: affinché i risultati siano massimi, l’atleta deve ottimizzare sì la Forza Massimale (primo muro), senza però dimenticare l’Equilibrio (secondo muro), avendo la massima cura per il Tasso di Sviluppo della forza (terzo muro) e, in ultimo e forse più importante, sviluppando un grande controllo dell’attrezzo e una grande maestria Tecnica (quarto muro).
L’allenamento della forza non può più essere semplicemente la ricerca di una bruta espressione di forza massimale e nemmeno l’appoggiarsi a fantomatici scientismi che non trovano sfogo nella pratica di alto livello.
In questo libro si è cercato, pertanto, di portare alla luce il mondo dell’allenamento vero della forza: quello delle metodologie di pesistica e del powerlifting d’élite, rendendole comprensibili ed applicabili dal semplice appassionato al campione di livello nazionale.
Il futuro dell’allenamento della forza passa da uno sviluppo organico complesso, in eterno equilibrio tra le abilità coordinative e quelle condizionali.
In questo volume troverete tutte le riflessioni, le idee, le intuizioni, le esperienze pratiche, le prove, i tanti errori, le certezze mutate nel tempo e le idee ancora da realizzare di un giovane allenatore di powerlifting che, grazie ad una visione piuttosto innovativa di allenamento e funzionalità, si è fatto largo nel mondo dell’allenamento della forza.”
Prezzo di copertina: euro 32,00 – Per maggiori informazioni: clicca qui