A cura di Ado Gruzza.



L’argomento ‘alimentazione’ e soprattutto ‘integrazione’ per chi bazzica il mondo dei pesi-fitness-e-company, diventa quasi come il calcio nei Bar Sport di una volta.

Chi ha un minimo di manico nella gestione dei risultati, ormai l’avrà capito: questa estrema attenzione all’alimentazione e la maniacalità verso l’integrazione, porta drammaticamente il soggetto a stallare, a disperdere tantissime energie mentali in fattori che hanno un’importanza marginale, a perdere immancabilmente il punto della situazione.
In definitiva: a NON progredire!

Certo l’alimentazione è importantissima nella crescita di un soggetto. Importantissima e molto complessa, talmente complessa che, in onore alla legge del caos, ci sono ottime probabilità che se mangerete come dice la mamma, alla fine della fiera, avrete fatto meglio, rispetto alle indicazioni del Personal Trainer super esperto, del guru di turno o del venditore di integratori.
Tutta gente che ha letto montagne di libri, ci mancherebbe! Però, spesso (e nell’allenamento questo scollamento tra realtà e conoscenze è ancora più evidente) non sono riusciti a razionalizzare un idea, una logica, una visione. La visione o ce l’hai o non ce l’hai. Esattamente come il talento.

Perché parlo oggi di alimentazione, visto che notoriamente non me ne fotte una fava e ne capisco meno ancora?
Beh, questione di occasioni. Vi spiego.
Ho iniziato allenando qualche ragazzetto della palestra in cui mi allenavo io stesso, per provare a gareggiare nel Powerlifting (Squat, Panca Piana e Stacco da Terra in una gara fatta di tre prove in ognuna delle specialità) più o meno alla metà del decennio scorso.
Poi abbiamo formato una squadra. Risultati e approccio hanno fatto si che io sia diventato responsabile della didattica tecnica FIPL (Federazione Italiana Powerlifting) e abbia preso responsabilità crescenti nell’ambito della Selezione Nazionale. Tutti raggiungimenti che mi hanno portato a:

inevitabilmente ad avere a che fare con atleti via via sempre più forti e soprattutto sempre più efficienti, performanti;

girare l’Italia e l’Europa stando a contatto con altri atleti, condividendone le esperienze e soprattutto i tavoli nelle mense e nei ristoranti;

ad essere chiamato in giro per l’italia a fare seminari sull’allenamento della forza.

L’ultimo punto di per sé conterebbe poco, se non che l’essere conosciuto nell’ambiente dei sovraccarichi (fitness, crossfit, bodybuilding, pesistica, kettlebell, tutto quanto) fa si che inevitabilmente si entri in contatto con tantissimi esperti dell’alimentazione. Perché tutti gravitano attorno allo stesso mondo. Alcuni espertissimi (pochi), altri ‘riporatori’ di letture poco criticamente comprese e magari poco razionalizzate.

Insomma, per quanto l’argomento mi emozioni come una gara di panca a massime ripetizioni senza fermo, alla fine della fiera ti fai un’idea, o almeno posso sicuramente riportarvi quello che ho visto.

Powerlifters.

L’alimentazione dei ragazzi che seguo non è sviluppata da me. Da questo punto di vista sono totalmente indipendenti. Entro in gioco solo se vedo fare cose enormemente stupide, e cerco di consigliare sempre loro di contattare persone esperte. Indicandole nome e cognome. Tendo a non occuparmi di quello che conosco solo marginalmente. Un consiglio che giro ai sedicenti ‘trainers’ all’amatriciana.

Molti di questi ragazzi gareggiano da anni in FIPL, hanno quindi ‘pesature ufficiali’ didascalizzate negli anni e presto ritrovabili nei report delle gare di Powerlifting.
Parliamo di gente che ha avuto incrementi ponderali davvero impressionanti. Si, si, lo so, il vostro amico Personal Trainer vi ha detto che sono grassi.
Fate un favore alla vostra autostima: non venite a vedere una gara di PL nella categoria 83 o 93 kg, perché troverete tra i fisici più belli in assoluto che il mondo natural vi possa regalare.
Io credo, e lo dico senza tirare l’acqua al mio mulino, che in questi incrementi di peso, il modello di allenamento (soprattutto per l’impostazione pluriennale, la ricerca di un risultato facendo la strada più complessa, la ricerca della linea di spinta eccetera, eccetera) sia la componente determinante. E questo, non è esattamente semplice da metabolizzare.

Però allo stesso tempo, queste persone hanno mangiato, qualcosa e in qualche maniera hanno mangiato!
All’inizio in una maniera, poi in un’altra. Quando è subentrata ‘l’altra’ c’è stato un miglioramento verticale. E non è certo stato merito mio.

Insomma, come cacchio mangiano questi agonisti? E mi riferisco anche ad ottimi atleti non seguiti direttamente da me, però dei quali conosco l’etica sportiva (leggi: non si bombardano) e le abitudini.

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Oggi come oggi, se dovessi tirare una riga, da completo ignorante, posso dire di aver notato che i migliori powerlifters natural mangiano il più distante possibile dai consigli tipici da rivista di bodybuilding americano.
1. Un numero relativamente basso di proteine.
2. Non cercano lo spuntino proteico.
3. Mangiano un casino. Però con un appunto.
4. Molta molta attenzione a cibi non elaborati, frutta e verdura.
5. Si concedono sgarri con tranquillità. Tradotto: l’alimentazione non è un ossessione.
6. Questo il punto più importante: non fanno cose ‘innaturali’ o estremamente forzate.
Digiunare per 16 ore, per quanto non mi dispiaccia l’idea per un impiegato che fa palestra la sera, sicuramente è una forzatura.
Dieta metabolica, nessuno di questi toglie i carbo, anzi, la partita è proprio quella di mangiarne alti livelli restando puliti e asciutti. E qua vi rimando alla seconda parte dell’articolo.
Mangiare solo un alimento o solo un altro (riso e tonno a vita) oppure qualunque cosa farebbe storcere il naso al vostro anziano dottore di famiglia, o a vostra madre. Ecco, riassumendo, mangiano normalmente tanto. Puntando molto sulla naturalità e sull’avere energie sufficienti.
L’appunto che faccio al punto 3 è che se si mangia tantissimo, soprattutto per i fisici con un metabolismo molto veloce (i grandi mangiatori sempre magri e tirati) il non mettere peso può essere paradossalmente dovuto ad un eccesso di nutrimento, che diventa uno stress, e come tutti gli stress, una forzatura.

Il punto 1 è stato quello, che nella mia squadra, nella relativa esperienza nostra, ha dato i maggiori incrementi di massa magra. Passare da un iperproteico ad una dieta non iperproteica è stata una bomba atomica sulla massa DI TUTTI.

Da noi usano un sacco di fitointegratori, come Fieno Greco, Ribes Nigrum, Gemme di Salice e roba simile. Molto più di quelli tradizionali. Credo questa sia una cosa molto interessante. Vi rimando in fondo all’articolo a chi di dovere.

Questo è quello che ho visto. Non saprei dirvi il perché dei vari punti che ho toccato, vi dico solo quello che ho visto.

Abbiamo iniziato mangiando tante proteine. Eh, gli esperti dicevano quello, e io che esperto non sono, consigliavo quello, perché mi fidavo degli esperti.
Normalmente all’affermazione ‘fidati’ rispondo con: se mi fossi fidato di quello che mi dicevano oggi sareste tutti qui a fare box squat alto una volta ogni 12 giorni.
Però di alimentazione non capisco molto e soprattutto non mi appassiona, per questo mi sono fidato delle robe del fitness. Come quasi tutti, del resto.

 

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Come dicevo, lavorando in ambiti mediamente alti, si ha l’occasione di incontrare persone molto capaci, e le idee intelligenti tendono ad incontrarsi facilmente.
Così ho avuto l’occasione di confrontarmi con soggetti che dicevano cose controcorrente rispetto alla vulgata ufficiale. Le cose controcorrente per partito preso, di solito sono delle stronzate assolute: quelli che ce l’hanno sempre con la politica, gli Stati Uniti, il fascismo (o il comunismo, scegliete a caso) le banche o la Merkel, però il nostro ambiente è così arretrato che ancora c’è posto per dire cose intelligenti e contro corrente. Tanto che molte idee che anni fa erano assolutamente controcorrente, oggi sono diventate patrimonio culturale comune.

Credo che una nomination gratuita vada fatta ad alcune persone.
Uno dei primi seminari dell’AIF fu proprio sull’alimentazione, gestito da Francesco Pelizza e Andrea Biasci. Lo facemmo a Magenta, fu sia un successo di pubblico (contando anche la complessità enorme dell’argomento) e soprattutto di programma. Cioè fu un bellissimo seminario. Andrea, anche se non si è mai voluto definire esperto di alimentazione in senso classico, ha enormi competenze, grande intelletto e capacità di analisi. Credo stia scrivendo un libro in argomento. Sarà sicuramente bellissimo.
Francesco invece rappresenta perfettamente il genio della lampada, in materia molecolare. Anche fisicamente, tra l’altro. Varrà la pena un giorno fare un seminario sulla fito integrazione. Intanto lui vive a Glasgow dove segue un progetto di ricerca in biotecnologie.
Già fece i ‘focus on’ del Corso Istruttori 2013 e 2014 che ebbero un successo spaziale.

Ora Francesco sta collaborando (extra AIF) con un progetto che – per quel poco che ho capito – mi sembra un salto Fosbury nel mondo del bodybuilding: il Natural Peaking, con gli amici Annalisa Ghirotti e Kristian Montevecchi.
Il progetto è legato alla fase finale di una preparazione ad una gara di bodybuilding natural, però concetti, idee, sviluppi sono davvero interessanti (issimi) nella comprensione di una alimentazione più ‘reale’ e più performante. Non a caso, facendo due chiacchiere con Kristian, durante il pranzo di natale della squdra di Parma, mi sono accorto che i concetti cui si andava a parare erano uno sviluppo di quei punti (mi perdoneranno l’approssimazione estrema) che ho sopra indicato.
La trovo una cosa unica nel mondo del bodybuilding\fitness e l’ho amata da subito particolarmente. Chi mi conosce personalmente sa che è così.

Kristian e Annalisa saranno al Corso Advanced 2015 a Milano, prima in veste di normali partecipanti, in quanto faranno il normale rinnovo del Corso dell’anno precedente. Ho chiesto loro di raccontare due o tre cose durante la prima lezione, facendo un focus sull’alimentazione, come fece Pelizza l’anno precedente.
Sono collaborazioni (credetemi) gratuite che ci fanno un gran piacere. A Roma venne (anche in questo caso totalmente in amicizia) Fabio Zonin a parlare del lavoro metabolico nell’allenamento della forza.
Insomma, si il mondo del fitness sembra fare schifo, però non è così vero. Ci sono realtà molto piacevoli, persone che stanno facendo cose davvero importanti e molto belle, professionisti veri e giovani che hanno abbastanza idee da riempirci un aereoporto, e mi fa piacere che AIF possa essere il catalizzatore di tutto questo.

Di alimentazione ho parlato pure troppo, adésa basta!
Prossimo ariticolo sull’allenamento dello stacco da terra per principianti.