A cura di Ado Gruzza.

 

Avete presente i pensionati che guadano il cantiere edile in costruzione e avrebbero da ridire su tutto il lavoro, avendo senz’altro soluzioni migliori e più avanzate dell’architetto o dell’ingegnere?
Che poi nella vita, facevano il postino.

Beh, ogni cosa ha una sua complessità. E pure questa. Pure

Crediamo che sia interessante vedere il punto raw vs attrezzato, dall’interno!
Il Powerlifting RAW in Italia.

Io credo che il raw sia un movimento importantissimo per il PL, e ritengo di avere un certo merito riguardo la sua esistenza. Fui tra i primi a spingere verso questo movimento, muovendomi affinché si organizzassero le gare raw nella nostra Federazione.
Anzi, fu proprio mia la proposta originale di istituire il RAW nella categoria ESORDIENTI della Coppa Italia.

Proposta che, ad onor del vero, vide la federazione prontissima a reagire positivamente. Anzi, a rilanciare istituendo il primo Trofeo di Panca Raw già nel 2009, cui seguì il trofeo di Powerliftng Raw, cioè MOLTO prima che la cosa fosse riconosciuta dalla Federazione Internazionale!

Partecipai a quel trofeo e presi anche una bella medaglia d’argento davanti a forse 18 atleti, lasciandone indietro alcuni anche decisamente forti (sicuramente potenzialmente molto più forti di me), però forse meno strateghi in quell’occasione.
Avrei forse partecipato anche l’anno successivo, in cui ero molto più forte (molto per me), se non fosse che nacque mio figlio poco prima. Ci sono ancora i video della mia preparazione dell’epoca nel mio canale di Youtube. Questo semplicemente per farvi il quadro di quanto io non sia anti-raw!
Allo stesso modo ho caldamente appoggiato Luciano nella proposta di formare una Nazionale per i primi Europei RAW (Classic) nel marzo 2015 prossimo venturo, dove sarò accompagnatore e responsabile della nazionale di fronte alla EPF per la FIPL.

Nazionale RAW di cui mi sono preso personalmente la Responsabilità come Responsabile Tecnico. Quindi state parlando con il Responsabile della Nazionale Italiana Classic Powerlifting, cioè il RAW. Questo per dirvi quanto io sia anti-raw. Bis.

Paradossale è che io feci una battaglia enorme quando istituirono le prime Katana, ero (e sono ancora) contrarissimo all’introduzione di maglie così estreme, e sperai con tutto il cuore che la proposta Australiana di eliminare tutti i costumi e maglie, escluse le fasce, andasse in porto.
Questi furono Consigli IPF di qualche annetto fa, mica cento anni fa. Dovreste ricordarvi, no?

Mi dispiacque molto del cambio di presidente, quando se ne andò Wallach. Era uno estremamente contrario all’attrezzatura che voleva limitare per livelli di stretchabilità.
Una limitazione dell’attrezzatura, sarebbe stata (forse) la migliore soluzione per tutti.

C’è chi crede che il vero powerilfting sia quello attrezzato.
Beh, io non sono tra questi. Mi spiace, non lo penso minimamente, anzi, discuto in squadra perché vorrei far partecipare maggiormente all’attività raw.
Però tra questi soggetti (ripeto, non io) ce n’è uno molto altisonante: l’International Powerlifting Federation. IPF.

Come l’IPF? SI, l’IPF, nella strutturazione delle carte per il riconoscimento Olimpico del Powerlifting, l’IPF ha chiaramente disegnato un quadro in cui il Powerlifting è quello attrezzato, e la presentazione al movimento Olimpico sarebbe stata tassativamente quella geared. Allo stato attuale, ai World Games vanno gli atleti attrezzati in base ai risultati delle gare attrezzate.
Motivi economici? Follia? Boh, fate voi, di fatto questo è quello che è.
Tutti coglioni? Forse. O forse, la cosa è COME SEMPRE molto più complessa di quanto possa apparire dalle panchine del parco ai tre pensionati dell’esempio di prima.

Tanto più che dall’istituzione dei primo trofeo Raw in Svezia si sono guardati bene dal chiamarlo ‘Campionato Mondiale’ ed è stato indicato come Powerlifting Classic. Per distinguerlo appunto dal Powerilfting, che per loro (PER LORO!) altro non è che quello attrezzato.

Sandro Rossi, il nostro Presidente è INFORMATISSIMO su queste cose, anche perché a queste riunioni era PRESENTE di persona come parte attiva. Parlatene con lui, sarà felice di scambiare due chiacchiere con voi (quando il tempo lo permette) durante le gare.

 

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Powerlifting Attrezzato.

Ovvio, l’attrezzato è un casino: più difficile, costoso, complicato, ci vogliono tanti assistenti, non si può gareggiare da soli, si alza il tasso tecnico, diventa molto più complicato gestire la gara, eccetera, eccetera…

Ecco perché il RAW sicuramente è una importantissima risorsa per far crescere i numeri della federazione e del Powerlifting in generale.

Allora perché se il PL attrezzato è così difficile, complicato, richiede tanta assistenza, eccetera eccetera, tecnici di livello assoluto (anche da un punto di vista organizzativo), a livello internazionale continuano ad insistere sull’attrezzato e a crederci?

Stessa cosa in Italia, perché buona parte dei tecnici con la migliore formazione continuano a credere nel PL attrezzato?

Beh, semplice: perché è complesso, difficile, complicato, ci vogliono tanti assistenti. Gli stessi motivi per cui è problematico, sono quelli che lo rende speciale e tanto amato da chi lo fa.

 

In alcune nazioni il PL è ancora confinato ai margini delle palestre commerciali o negli scantinati. In Italia no.
Tra i motivi, vi è senza dubbio, l’incredibile capacità organizzativa dalle FIPL, fatta interamente di volontariato e la forza comunicativa che abbiamo avuto nel proporre il Powerlifting come uno sport complesso, e non come uno sport solo per forzuti, come uno sport figo, e non come uno sport spaccaschiena. L’introduzione del concetto di tecnica come punto fondante del PL applicabile alla preparazione di altri sport ha aperto le porte del nostro mondo alle palestre commerciali o ai centri Crossfit, dove oggi ci vedono come il massimo rispetto e come una realtà degna. Al livello della pesistica olimpica.
Questa cultura, in Italia è nata senza ombra di dubbio, dall’analisi e dallo studio del Powerlifting Attrezzato.
Il powerlifting attrezzato ha insegnato moltissimo a chiunque lo abbia provato. Chiedete a chiunque gareggia attrezzato in un contesto di squadra.

 

1. Se oggi abbiamo conoscenze sul movimento e sulla qualità tecnica delle alzate, credetemi ciecamente, lo dobbiamo in grandissima parte alla presenza dell’attrezzatura nelle gare internazionali. Dall’analisi dei migliori atleti attrezzati (originariamente i russi) abbiamo tratto conclusioni che sono state VITALI per lo sviluppo e il miglioramento delle prestazioni in atleti anche soprattutto da RAW. Conclusioni che oggi sono praticamente patrimonio comune di conoscenza. Molti dei commenti che vedo fare ai video delle alzate postati dal principiante di turno sui social, usano (pari pari) le stesse parole, termini ed indicazioni scaturite da queste analisi. Anche la critica al tecnicismo è fatta per lo più con il filtro della scuola tecnica. Vi sembrerà folle, però solo 10 anni fa, quello che oggi consideriamo ‘bellissimo’ ad esempio uno stacco da terra alla Belyaev, non era considerato allo stessa stregua, in particolare nel web. L’introduzione di un giudizio qualitativo come determinante primaria è stata una conquista sudata sul campo. Ero preso letteralmente per il culo, perché badavo alla qualità delle alzate e non solo alla quantità.
Dopo poco (molto poco) hanno smesso.
La diffusione capillare di ottimi risultati, parla da sé.

 

2. L’attrezzatura, come mi fece notare agli albori Carlo Buzzichelli: “se non altro – disse – alza il tasso tecnico”.
Bene, alzare il tasso tecnico significa aggiungere problematiche, aggiungere questioni da risolvere.

Richiede un maggiore know how dell’atleta e assolutissimamente del coach.
Linee, traiettorie, incastri, forse bypassabili in un contesto raw, senza dubbio in un contesto raw non pulito, oggi sono stati analizzati (consciamente o inconsciamente) da chiunque faccia powerlifting con un costume o una magliaccia addosso.

 

3. Alzare il tasso tecnico significa anche che fattori come l’esplosività (andatevi a vedere la definizione di forza esplosiva) e il controllo diventino più importanti della forza bruta. Forza bruta che a volte scaturisce da una massa bruta. Questo, a volte, significa che si può colmare molto meglio il GAP tra atleta natural e atleta dopato. Perdonatemi la schiettezza.

 

4. La cosa poi più importante di tutte, e che so aveva sottolineato pure Marte Elverum in una intervista sul Web, sta nell’idea di SQUADRA.
Per gareggiare attrezzato, a buoni livelli, serve una squadra.
Formare una squadra forma una mentalità. Se la squadra ha una buona leadership si forma una mentalità vincente.
In più (lo disse pure Marte e concordo al 100 percento) in una squadra è più facile formare una cultura antidoping, una cultura della qualità del lavoro, una cultura del lavoro stesso, in senso di fatica e sudore.

Ecco perché l’attrezzato è importante, e anche se difficile e forse non per tutti (anche se io credo che sia solo questione di ambiente). L’attrezzato è una maniera molto nobile di fare powerlifting, molto istruttiva e molto importante, anche per chi fa pesi senza scopi agonistici. L’attrezzato insegna. Punto.

 

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Powerlifting Raw.

Lunghissima vita al Raw, il che significa lunghissima vita al Powerlifting.
Partiamo da qualche difetto e finiamo ai pregi.
1. Facciamo il RAW, amiamo il RAW, sapendo che è più rischioso per le articolazioni (anche se con una buona tecnica l’infortunio si può prevenire) e cerchiamo di applicare al RAW quello che abbiamo imparato dall’attrezzato.
La carriera agonistica di un atleta  che gareggia attrezzato potrebbe essere decisamente più lunga di quella di un atleta RAW. Il Raw è molto più logorante per certe strutture articolari. Anche se pure l’attrezzato ha i suoi rischi, e mi tocca specificare pure l’ovvio. Il dubbio di molti è: se faccio il raw mi spacco!
Non è un ragionamento del tutto infondato. Anche qui si aprirebbe un capitolo enorme da analizzare.

 

2. Anche se il discorso rischia di essere molto complesso, i margini di miglioramento sono più ristretti rispetto all’attrezzato. Avendo un ventaglio di soluzioni più ampio, l’attrezzato permette una crescita, anche nel tempo, maggiore.
Si può tranquillamente migliorare a 45 anni dopo una vita di allenamenti da attrezzati, molto, molto più difficile è farlo da raw, ovviamente di natural si parla. Abbiamo parlato parecchio di questo con Wolf, che cito molto volentieri perché mi è sembrata, in assoluto, la persona con le idee più chiare sul PL che io abbia mai conosciuto.

 

3. Ritorno ad essere molto franco: il doping aiuta sia l’uno che l’altro frangente, però nel raw c’è un vantaggio in più nel barare.
Articolazioni più robuste e onda di miglioramento molto più lunga nel tempo. Spinta più forte in certe posizioni, più massa muscolare che determina una maggior tenuta di controllo indipendentemente dal lavoro tecnico fatto.
Ovviamente il dopinig aiuta tantissimo nel nostro sport, e questo è un problema. Raw o attrezzato che sia. Peggiorativo il fatto che ci siano ancora poche gare raw, e i testabili magari si trovino a gareggiare una volta l’anno, avendo tutto il tempo di gestirsi chimicamente e farsi trovare a posto.
Chi gareggia attrezzato (o fa entrambi) si presenta per 5 o 6 volte l’anno ad una gara in cui può essere testato.

Sappiamo che non è intelligente che il RAW sia una alternativa muso duro all’attrezzato, quanto, piuttosto, un suo complemento. Nessuno che voglia il bene del PL vuole questa contrapposizione.

 

4. Il RAW, sebbene sia il modo più antico di allenarsi (ovviamente) credo che abbia ancora un sacco di possibilità nuove e di metodologie differenti su cui sperimentare.
Per me, appassionato di allenamento, una grande sfida.

Tante tecniche e metodologie inutili nell’attrezzato possono essere una bomba sul raw, e viceversa. Cose che sto studiando parecchio di questi tempi.

 

5. Possibile un RAW estremamente tecnico? O meglio, paga un raw molto tecnico? Oggi potrebbe sembrare di no, io (e non sono solo) credo invece che moltissime porte si stiano spalancando verso questa ipotesi. Ovvio, una fortissima lotta al doping diventa necessaria per alzare la qualità delle alzate in una gara raw. All’oggi, rimbalzare di squat in basso (pesantemente intendo) sembra la soluzione per sollevare di più. Ecco, tutti gli allenatori seri che ho conosciuto non sono disposti ad insegnare questo ai propri ragazzi. Vorrei che un atleta a 28 anni sia giovane e non a fine carriera. Allora occorre lavorare sul altre soluzioni. E non è un lavoro da poco.

 

6. L’immediatezza del RAW diventa anche una enorme PRO. Come detto prima, il livello estremo delle nuove maglie da panca tende a favorire moltissimo talune strutture piuttosto che altre, rendendo molto spesso la gara un terno al lotto.
Atleti preparati molto bene sono usciti fuori-gara perché quella non era la giornata giusta per la maglia. Cose che succedono a livello nazionale, europeo e mondiale. Credo sia giusto che la forma fisica sia la determinante per il successo di un atleta.

 

7. Regole ferree. Per avere campionati RAW di altissimo livello occorrono arbitraggi severi e precisi. Altrimenti si va in vacca in 0,222 secondi.
Pensate alle competizioni Paralimpiche, dove l’estrema severità del giudizio ha costretto gli atleti ad una velocità d’esecuzione enorme. Nelle regole esce fuori il campione e il grande gesto tecnico. Nelle regole (viste proprio come restrizioni) l’atleta riesce ad inventarsi l’inimmaginabile.

 

8. Ho notato come nei miei atleti gli Sticking Point sul raw non siano poi tanto diversi da quelli dell’attrezzato.

Esiste una complementarità tra i due stili, superiore a quanto il buon senso ci possa portare a pensare.
E senza dubbio uno stile aiuta ad incrementare nell’altro. Senza dubbio.

Il mio consiglio? Il raw è più facile e immediato. Questo però non deve bastarci, se abbiamo l’ambizione di ragionare ad un certo livello.
Teniamo viva la fiamma dell’attrezzato, che ancora è la competizione più importante e sfidante (in Italia senza dubbio, però anche nel mondo), sapendo che abbiamo solo da guadagnarci. Se non nel breve, senza dubbio nel lungo periodo. E chi ha occhio nella vita, ragiona sempre e lavora verso una progettualità di lungo periodo.
Sono certo che quest’anno il trofeo RAW sarà una gara spettacolare, con tantissimi atleti e credetemi, la FIPL ha tutto il piacere e l’interesse di spingere questa competizione al massimo. Come sta facendo.

Adesso allenatevi!