a cura di Ado Gruzza

Analisi di carico della preparazione di Pelizza Francesco per il Campionato Italiano di Stacco da terra 2012

Nell’analizzare una pianificazione vincente per l’espressione di forza e forza esplosiva occorre tenere a gran cura 2 parametri fondamentali

  1. volume, in termini di numero di alzate totali sopra una certa % di carico detto NBL, che sta per Numer of Barbell Lifts;
  2. intensità, in termini di % di carico sul massimale 1RM.

In una pianificazione avanzata è corretto calcolare anche il numero di NBL nelle varie fasce di intensità. Cioè quante alzate faccio dal 70 al 79% poi quante dall’80% all’89% e così via stimando degli intervalli standard del 10 percento. Robert Roman strutturava addirittura intervalli di carico prossimi al 5% nel calcolare la distribuzione ottimale dei carichi negli atleti agonisti. Per quanto sia correttissima questa pratica, da un punto di vista didattico e per gli scopi di questo articolo ci pare eccessivamente accurata.

Di fatto a noi serve sapere che ci sia un buon lavoro di carico nella fascia di intensità fondamentale, cioè dal 70 all’85% per i principianti e intermedi e ad una variabilità più complessa per gli avanzati.  Importante poi che questo carico sia ripartito nel numero più alto di serie possibile, sufficienti da creare stimolo allenante.

Ci serve poi sapere di fare il giusto numero di ripetizioni (ne troppe ne poche) nella delicatissima fascia submassimale: quella dal 90% a salire.

IL PUNTO FERMO: più concentrate i carichi nella sola serie e meno sarà la vostra capacità di imprimere la massima energia nell’evento singolo fondamentale: la ripetizione. Questo semplice concetto è stato portato alla luce per la prima volta dai tecnici dell’Accademia Italiana della Forza e in primissima battuta al primo Corso Istruttori FIPL.

Occorre capire come la ripetizione sia il momento, lo zenith di ogni atleta di forza. Il momento in cui imprimere la massima forza in un contesto tecnico perfettissimo. Questo richiede una importante fase di apprendimento motorio. Fase che, per nostra fortuna porta con se pure una grande valenza allenante.
Allo stesso modo, dovrete trovare un numero ottimale di ripetizioni per serie in modo da non costringervi a carichi troppo leggeri, perché a livello metabolico fare 70% 1 x 10 serie è molto differente rispetto a fare un 70% 5 x 2 serie. Malgrado volume e intensità accademica siano le medesime.

La tabella Prilepin può essere un ottimo aiuto in questo tipo di strutturazioni di carico, però come regola ancora più semplice prendete l’RM assoluto e dividetelo per 2 ed ecco fatto:

  • col 70% dalle 4 alle 6 ripetizioni;
  • con l’80% dalle 2 alle 4 ripetizioni;
  • con il 90% da 1 a 2 ripetizioni.

Ricordandovi sempre che più siete forti, efficienti e tecnici e meno ripetizioni vi serviranno a parità di scopo allenante.  Un atleta con grandi doti di reclutamento può andare in tilt facendo troppe ripetizioni, mentre un principiante lavorando a ripetizioni eccessivamente basse, e tarate su atleti di altissimo livello, rischia di trovarsi deallenato. Qua sta proprio il difficile.

Volentieri vi rimando a questo pocket article che nella sua semplicità riassume un punto importantissimo e pure questo poco compreso nelle sedi ufficiali: eccolo.

La domanda fondamentale è: quante carico serve REALMENTE per sviluppare la massima forza?

Quello che noto da sempre è che la gente usa % di carico troppo alte.

I preparatori atletici usano carichi mostruosamente troppo alti. Ricordo sempre una squadra di pallavolo femminile che nella nostra stessa sala pesi usava carichi del 15 o 20% superiori ai nostri. Con un macroscopico elemento di discussione: noi una squadra composta da atleti maschi, giovani, allenati ai carichi, tecnicamente efficienti. Loro composta da ragazze, non adattate ai carichi, tecnicamente totalmente inefficienti.  Poi ci sarebbe un punto in più: noi siamo una squadra di Powerlifting, loro di pallavolo. Dovremmo essere noi ‘quelli della forza massimale’ e del carico pesante.

Quanto tempo e quante sedute perse a fare ‘forza massimale’ perché c’era scritto sui libri di periodizzazione dell’allenamento. Per gente che non è in grado di gestire i carichi, che non ha un controllo ed un esperienza del peso, quell’approccio è un autogoal pazzesco.  Il lavoro massimale può essere un incentivo pazzesco alla prestazione, occorrono però anni e anni di adattamento. La situazione attuale è che in periodo di forza massimale si tirano carichi massimali, come viene viene, in do cojo, cojo, c’me la và la và e se volete ve lo dico in altri 5 dialetti diversi, il risultato non cambia. I pesi, così è meglio non farli!

Io ho scritto già altrove: non credo nell’allenamento con carichi massimali, non ci credo perché noto che questi corrompono lo schema motorio ottimale.

Questo unitamente alla possibilità di imprimere la massima velocità all’interno dello schema motorio perfetto, credo che sia il punto dell’allenamento della forza.

Anche la velocità se non è inserita in una tecnica perfetta diventa controproducente. Essere veloci senza tecnica porta ad un reclutamento scorretto delle unità motorie, porta l’atleta ad essere contratto e ovviamente ad un timing di attivazione non ottimale. Per questo non credo nel forzare posizioni di forza Dinamica ne di forza Massimale.

Quali carichi usare per progettare un piano di lavoro che porti alla massima performance? Nel powerlifting le soluzioni possono essere parecchie. Dalla massima parsimonia verso l’intensità fino alla voglia compulsiva di spingersi sempre molto pesante.
La cosa cambia di molto quando ci si affida ai pesi per migliorare la prestazione in uno sport differente.

 

UN MODO, UNA MANIERA

Questo di fondo è il lavoro fatto per il solo stacco da terra da Pelizza Francesco, in preparazione del Campionato italiano di Stacco da Terra svoltosi a Ferrara il 10 marzo. Francesco ha vinto la sua categoria di peso con un’alzata di 327,5 chilogrammi.

Pelizza tra il 2011 e inizio 2012 ha vinto 2 volte il Campionato italiano Powerlifting, un secondo posto alla W. European Cup, il Campionato italiano di Panca piana, e appunto, questo di stacco da terra. L’atleta è sicuramente estremamente avanzato. Pure estremamente natural. Per questo quando si programma per un atleta così efficiente, pesante e che non ricorre all’aiuto di sostanze esterne, occorre ponderare venti volte di più la pianificazione delle intensità. Quello che conta non è rifare pari pari il programma di questo atleta. Il punto è capire come l’intensità in senso massimale sia un concetto estremamente relativo.

 

PRIMA SETTIMANA, meno 5 dalla gara

  • Allenamento 1: Stacco da terra con catene 72% x 3, 81% x 1 x 7 serie recupero 1 minuto tra le serie
  • Allenamento 2: Stacco da terra 35% 6 x 4 serie

SECONDA SETTIMANA, meno 4 dalla gara

  • Allenamento 1: Stacco dai blocchi bassi, cioè bilanciere appoggiato su blocchetti di 10 cm, 67% 4, 75% 3, 83% 2 x 6 serie; Stacco sumo 8 x 4 serie
  • Allenamento 2: Stacco sui blocchi con 3 fermi caviglia, tibia, sotto il ginocchio 30% 5 x 2 serie
  • Allenamento 3: Stacco sui blocchi 45% 10, 50% 8

TERZA SETTIMANA, meno 3 alla gara

  • Allenamento 1: Stacco da terra costume da gara 80% 2, 85% 2, 95% 1 x 4 serie
  • Allenamento 2: Stacco da terra 30% 5 x 2 serie
  • Allenamento 3: Stacco sui blocchi 45% 10, 50% 8

QUARTA SETTIMANA, meno due settimana alla gara

  • Allenamento 1: Stacco da terra 77% 2 x 5 serie
  • Allenamento 2: Stacco da terra 35% 6 x 4 serie

QUINTA SETTIMANA, settimana della gara

  • Allenamento 1: Stacco da terra 50% 4 x 2 serie, 60% 2 x 2 serie

Domenica gara.

Analizzando questo piano di lavoro è facile notare come mediamente l’atleta svolge due allenamenti per lo stacco da terra alla settimana. Di cui uno estremamente leggero, atto solamente a mantenere stimolato il movimento, cercare le giuste sensazioni dell’incastro e la percezione dei piedi sulla pedana. Tutte cose estremamente avanzate ma che fanno bene anche a chi è estremamente lontano da questi livelli. Come consiglio vi dico di aumentare fino a come minimo al 50% il carico di questa seduta leggera.

Questo perché l’atleta in questione stava preparando i Campionati Italiani Assoluti, che sono l’evento più importante per un powerlifter (eccezion fatta per le gare internazionali) e la grande mole di lavoro sullo squat avrebbe potuto compromettere la freschezza dell’atleta stesso.

Nelle settimane centrali c’è una terza seduta di stacco da terra, una seduta primariamente metabolica con carichi medio bassi e un elevato numero di ripetizioni. Questo so che vi manderà un po’ in cortocircuito. Semplicemente abbiamo pensato che un po’ di lavoro ad altissime ripetizioni, in questa fase dove, ripeto c’è un grande accumulo di lavoro a causa della concomitante preparazione ai Campionati italiani dove si gareggia in tutte e tre le discipline Squat, Panca piana e Stacco da terra, avrebbe sgravato le articolazioni mantenendo il sistema in buone condizioni. In pratica abbiamo fatto del GPP con un esercizio da gara. Una soluzione. Ogni tecnico ha tante soluzioni nella propria faretra da usare anche in maniera sporadica e specifica a seconda delle situazioni, delle soluzioni, del periodo, degli stressor e di ogni possibile combinazione esterna.

Questa soluzione è buona nel caso che abbiate una ottima capacità tecnica e che lo facciate con carichi veramente gestibili. Il problema delle alte ripetizioni nasce quando, per completarle, occorre corrompere lo schema motorio ottimale. Cioè che accade in ogni palestra fitness del mondo. Ciò che non accade e non deve accadere in un contesto agonistico di alto livello.

Intensità media delle sedute pensati 79,8%

Questa cifra la otteniamo dividendo il tonnellaggio totale / NBL, in questo caso 3752/47 cioè 79,8%

Se consideriamo che 79,8% è l’intensità media delle sole sedute pesanti, cioè non si tiene conto delle sedute feeder, stimolanti e tecniche fatte con carichi assai più limitati, ci accorgiamo che nella pratica: NON OCCORRE USARE CARICHI ESTREMAMENTE PESANTI PER STIMOLARE LA FORZA MASSIMALE.

L’intento di questa analisi, comunque semplificata di un protocollo di allenamento inserito in una pianificazione annuale vi serve ad analizzare alcuni punti chiave:

  1. il concetto di carico è relativo. Contrariamente a quanto proposto spesso dai manuali nel mondo reale dove la forza è professione si usano carichi raramente massimali. Praticamente mai ripetizioni massimali.
  2. Come presentato magistralmente dal dottor Fausto Caruana, ricercatore presso il presso il Brain Center for Motor and Social Cognition dell’Istituto Italiano di Tecnologia, con il Prof. Rizzolatti, una delle maggiori autorità per quanto riguarda il sistema motorio: http://www.unipr.it/arpa/mirror/english/staff/caruana.htm la forza va allenata senza imporre interferenze motorie. In questo caso carichi troppo elevati sollevati troppo di frequente portano ad una modificazione dello schema motorio ottimale e del timing di attivazione.
  3. Si noti come, nella pratica, sia dato tanto tanto peso al lavoro tecnico in termini di ricerca di soluzioni motorie ottimali.
  4. I mezzi per allenare un atleta sono tantissimi. Ogni atleta è sottoposto ad un piano metodologico differente ed affine alle proprie caratteristiche. Non ho mai proposto prima questo allenamento e malgrado l’ottimo risultato non so se mai lo riproporrò. I mezzi sono tanti ma le logiche sono pochissime: PER ESSERE OTTIMALE UN ALLENAMENTO DELLA FORZA DEVE RISPETTARE I CONCETTI DI ottimizzazione del reclutamento delle Unità Motorie più volte espresso e che fa anche alla base di questo particolarissimo allenamento.

Buon allenamento intelligente a tutti.