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a cura di Amerigo Brunetti

Chi può tollerare un volume di lavoro con carichi importanti, mediamente tra l’80% e il 90% del massimale, per otto serie di stacco con fermo sotto e sopra il ginocchio – svolte il giorno dopo aver attaccato tutta la schiena? A chi possono mai giovare?

La risposta è chiara: a un atleta tecnicamente ben impostato, cosciente di quello che deve fare ma che ha grosse difficoltà nell’attivare appieno certe aree. Certo non un principiante. Per gestire certe percentuali di carico senza mandare all’aria lo schema motorio è richiesto un certo controllo e la capacità di stare decontratti quando il peso è importante.

Ho iniziato ad accorgermi di questa cosa quando ancora utilizzava carichi modesti, e in esercizi di isolamento. Se il target era quindici ripetizioni, le prime dieci erano controllate, perfette. Veloci quando necessario. Poi, nel giro di una-due ripetizioni: black-out. Totale. Senza preavviso. Cedimento assoluto.

L’abitudine a tollerare acido lattico e alti tempi sotto tensione non ha risolto la questione: le ripetizioni eseguite correttamente diventavano dodici, tredici massimo. Ma poi stessa cosa: da “esercizio perfetto e avvertito come leggero, massima concentrazione”  a  “non ce la faccio più, il manubrio si ferma di botto”…

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